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Era l’ultimo degli intoccabili Chi è Alfonso Caruana. Dai primi passi a Siculiana, nell’Agrigentino, fino all’arresto in Antonio Nicaso Era l’ultimo degli intoccabili. Alfonso Caruana, 52 anni, è stato arrestato ieri dall’Rcmp a Woodbridge, dove viveva da alcuni anni, con l’accusa di essere uno dei cervelli del riciclaggio internazionale di denaro sporco ed una delle menti del narcotraffico. «Finalmente si sgretola un pezzo di impunità», ha commentato Ben Soave, dirigente Quando Caruana si è trovato di fronte la polizia non si è scomposto, ha mantenuto l’atteggiamento di chi non vuole dimostrare debolezze. Due mesi fa aveva brindato, quando al telefono un suo parente gli aveva comunicato la notizia della sua assoluzione al maxiprocesso di Torino dove era stato accusato di traffico internazionale di droga. La lunga stagione di ricchezze accumulate con l’illegalità sembrava destinata a non finire mai. Aveva provato ad incastrarlo anche il giudice Giovanni Falcone nel 1989, avvalendosi delle dichiarazioni di un pentito. Ma nonostante una condanna a 21 anni e dieci mesi di reclusione la polizia italiana non era mai riuscita a arrestarlo. Amico di politici, faccendieri, trafficanti di droga, la sua storia comincia a Siculiana, un paese di cinquemila abitanti dai muri bianchi di calce, che sorge su uno spuntone roccioso della costa meridionale siciliana, nei pressi di Agrigento. Gli zii di Alfonso, Leonardo e Giuseppe Caruana, come Luciano Liggio, cominciano facendo i gabellotti per conto Nel 1953, assieme al cognato Pasquale Cuntrera, vengono processati con l’accusa di duplice omicidio, incendi e abigeato, ma prosciolti "per non aver commesso il fatto”. È in quegli anni che i Caruana si legano ai Cuntrera. E presto le due famiglie finiscono per diventarne una, al punto che risulta impossibile distinguerli. Antonina Caruana, figlia di Giuseppe, sposa Paolo Cuntrera; le sorelle Vincenzina e Giu-seppina Cuntrera convolano a nozze con i fratelli Gerlando e Alfonso, figli di Carmelo Caruana, in un dedalo di nuove parentele acquisite. Al matrimonio di un cugino di Alfonso nel 1977 nella chiesa Anche i Cuntrera-Caruana come tanti altri presunti mafiosi siciliani risentono della pressione esercitata dallo Stato dopo la strage di Ciaculli, avvenuta il 30 giugno Dopo il 1963 i Cuntrera-Caruana lasciano Siculiana per sfuggire al soggiorno obbligato, un’espressione dell’impotenza delle autorità italiane e dell’impossibilità di far condannare i mafiosi in tribunale. Hanno in tasca la referenza di Giuseppe Settecase, boss di Cosa Nostra dell’Agrigentino, amico della famiglia Gambino, tra i partecipanti al summit di Appalachin nel 1957, il primo grande vertice siculo-americano. Alfonso Caruana nel 1968 emigra in Il primo a capire lo spessore di Alfonso Caruana negli anni Ottanta è Alessandro Pansa, dirigente Ma non è un episodio isolato. Il 3 giugno del 1986 un telex ordina di trasferire dal conto 13492 di Alfonso Caruana presso la Discount Bank un milione di dollari nel conto 12/3085/9 della Fundlays Bank Plc di Limassol, a Cipro, intestato a Emanuele Corito, trafficante di stupefacenti e socio del turco Yasar Avni Musullulu, il capo dei Lupi Grigi, l’organizzazione politica responsabile dell’attentato a Giovanni Paolo II. Presto le influenze dei Caruana si allargano all’Inghilterra, ma anche al Canada, al Venezuela ed al Brasile dove, nel frattempo, si sono trasferiti altri componenti della famiglia. In Inghilterra Alfonso Caruana stringe amicizia con Francesco Di Carlo, boss della famiglia di Altofonte, uomo dei Corleonesi. Di Carlo a Secondo la Dea e la polizia italiana, i Cuntrera-Caruana riciclano il denaro della droga per conto di colombiani, siciliani, calabresi, turchi, russi. Miliardi di narcodollari. «La forza di questa famiglia», ammettono gli osservatori di mafia, «nasce dal fatto che essa non è organica a nessun gruppo, è al di sopra di tutti». Qualcuno battezza i Cuntrera-Caruana come i Rothschilds della mafia. Ma di una mafia che non conosce confini. Alfonso Caruana, nel 1995 ritorna in 16 luglio 1998. |