Incontro dei ragazzi del "Marconi” con lo scrittore Antonio Nicaso

La pericolosità della mafia globalizzata

 

Alessandra Tuzza / Gazzetta del Sud

SIDERNO – Una conferenza al fuori degli schemi quella tenutasi ieri mattina presso la sala consiliare Siderno, che ha visto protagonisti indiscussi dell'incontro i ragazzi dell'istituto tecnico Commerciale “G. Marconi” guidati dai professori del corso A, presente l'assessore all'Urbanistica Ugo Fragomeni, con lo scrittore giornalista di Caulonia Antonio Nicaso. L'ospite, ormai da anni trapiantato in Canada, dove è condirettore del “Corriere Canadese” è esperto in sistemi criminali e progressi delle 'ndrine internazionali, nonchè consulente di molti organismi internazionali per il fenomeno mafia, autore di molteplici studi e recensioni giornalistiche nel settore, ultimo la storia dei “Cuntrera Caruana”. Un libro, tra i più famosi, lo vide protagonista di un'indagine condotta sul senatore a vita Giulio Andreotti. Un'analisi a tutto tondo quella di Nicaso, attualmente all'opera per la stesura di un testo con il procuratore antimafia locrese Nicola Gratteri sul fenomeno 'ndrangheta e sue evoluzioni. Nella conferenza sidernese l'esperto ha sin dall'inizio dell'argomentazione confutato l'immagine, che taccia di calabresità o comunque italianità la piaga mafiosa, problematica, invece, molto più globale di quanto di solito non si intenda. E sullo stimolo delle domande a ripetizione degli studenti, resi edotti in materia dagli insegnamenti ricevuti nel corso del progetto “Per una cultura della legalità” ancora in svolgimento, ha analizzato il fenomeno nei suoi risvolti umano-sociali, con il supporto dell'esperta psicologa Pustorino, che ha considerato il portato della famiglia nell'ambito della cultura mafiosa locale. Con un aneddoto tratto dalla sua storia personale Nicaso ha invitato i giovani della Locride a puntare il successo sulla forza delle proprie convinzioni, tralasciando la logica della raccomandazione, che tanto favorisce l'agire del malaffare. Un insegnamento che ha ribadito più volte anche nell'intervista rilasciataci, in cui specifica che il suo successo è dovuto al coraggio di emigrare guidato dalla particolare convinzione di voler chiarire i tanti errori spesso presenti nelle bibliografie più diffuse sul fenomeno mafia. Determinazione premiata dalla pubblicazione che nel '95 lo confermò a livello internazionale, in cui sosteneva che alla base della potenza delle organizzazioni mafiose vi è un partenariato che vede nell'utilizzo dei principi di economia e della lingua inglese un input per l'unione tra le diverse famiglie. «All'estero – ha specificato – ho trovato la disponibilità ad ascoltare ciò che avevo da dire. Ho quindi iniziato a pubblicare libri in inglese poi tradotti in differenti lingue poggiandomi sugli insegnamenti di Luigi Malafarina, un giornalista originario proprio di Siderno che per me è stato un punto iniziale di riferimento».

– Da quali studi è partito nella sua analisi sulla mafia? «Studiando la Yacuza e le mafie russe ho potuto capire come non sia vero che il fenomeno mafioso sia un prodotto della nostra cultura contro il quale nulla sia possibile tentare». A proposito di globalizzazione, per quanto riguarda la 'ndrangheta calabrese cosa può dirci? «Penso che la 'ndrangheta sia oggi tra le più potenti organizzazioni a livello europeo e mondiale, che detiene il monopolio della cocaina e collabora con le altre consorelle a livello internazionale dai Balcani, alla Russia, all'Australia, al Canada per il dominio degli affari sporchi».