Lunedì 5 Aprile 2004 (L'Arena)

 

 

Nuove mafie . Il magistrato vede un pericolo anche nelle organizzazioni che forniscono manodopera clandestina, falsando il mercato

«Negozi in centro a rischio racket»

 

L’esperto del crimine Nicaso e il procuratore Papalia temono pure il riciclaggio

 

 

 


di Ferruccio Pinotti
Verona è a rischio, sia in termini di riciclaggio di denaro sporco, che di racket nei confronti degli esercizi commerciali, come pure per la fornitura di manodopera clandestina alle imprese.
L’allarme è venuto da un esperto di criminalità internazionale e scrittore di successo, Antonio Nicaso; e dal procuratore capo della repubblica Guido Papalia. Il magistrato ed il giornalista investigativo hanno discusso della nuova mafia planetaria , spesso gestita dai «colletti bianchi», in un incontro organizzato dalla Società Letteraria.
Il giornalista-scrittore è stato introdotto dal presidente della Letteraria Alberto Battaggia e dal giornalista della Rai Angelo Pangrazio.
«La nuova mafia è deterritorializzata, agisce in un mondo senza frontiere, intesse rapporti strettissimi col mondo politico e finanziario», ha esordito Nicaso, che ha lanciato l’allarme anche per
Verona. «Verona e il Veneto sono un caposaldo del riciclaggio di denaro sporco, ma anche del racket. E anche se alle forze dell’ordine arrivano poche segnalazioni, abbiamo elementi fondati per ritenere che anche in area scaligera vi siano fenomeni estorsivi».
Secondo l’esperto, «
Verona è una realtà economica troppo opulenta per non destare appetiti. Qui c’è gente che paga e non denuncia. Ci sono esercizi che versano il pizzo. La ’Ndrangheta ha un occhio di riguardo per Verona».
Nicaso ritiene che le nuove mafie, quella cinese e quella russa, abbiano iniziato anch’esse ad attecchire a
Verona, investendo capitali in attività lecite. Ma ha invitato forze dell’ordine e magistratura a non abbassare la guardia contro i «colletti bianchi»: «È facile puntare il dito contro i cinesi, meno semplice contro i grandi centri di potere che sistemano grossi capitali di derivazione llecita in attività redditizie».
Il procuratore Papalia ha portato altri elementi di preoccupazione: «La presenza mafiosa è più diffusa che in passato e più pericolosa, perché
usa mezzi come Internet. Una delle attività più rilevanti è il riciclaggio di denaro sporco, per piazzare i proventi dell’attività illecita ed aumentare la propria ricchezza tramite investimenti appropriati».
La presenza criminale a
Verona, ha spiegato Papalia, ha mutato volto: «In passato qui c’era una rete di spacciatori legati alla famiglia Contorno, a Cosa Nostra e alla ’Ndrangheta. Oggi i depositi di droga sono a Brescia e a Milano e qui c’è solo lo spaccio capillare».
Un ambito criminale nuovo in area scaligera è quello dell’immigrazione: «A
Verona esiste un forte bisogno di manodopera», ha spiegato Papalia, «che viene soddisfatto da organizzazioni criminali. Esse creano imprese e cooperative che lavorano in subappalto o forniscono lavoro nero».
Papalia ha concordato sul fatto che anche «la mafia russa è inquietante: a
Verona tenta di inquinare il mercato». Quanto agli esercizi commerciali, Papalia ritiene che il rischio sia soprattutto quello del riciclaggio di profitti illeciti in negozi che fanno falsa fatturazione o che aprono e chiudono per pulire denaro.
«Il problema è che è molto difficile accertare la provenienza
del denaro, se non ci si sono segnalazioni precise. I capitali si muovono a velocità impressionante. E le sanzioni per il falso in bilancio sono troppo ridotte in Italia», ha affermato ancora Papalia.
Secondo il magistrato, a
Verona è necessario fare attenzione che il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non coinvolga la politica, i professionisti, gli imprenditori. «Se l’imprenditore, nelle gare di appalto, cerca appoggi poco puliti per vincere, di fatto collabora con la mafia».

 

 

Chi è Nicaso

Esperto Fbi e scrittore di successo

 

 

 

 

 


Antonio Nicaso, consulente dell’Fbi, della polizia federale canadese e autore di best-seller di risonanza mondiale come «Bloodlines», «Io e la mafia: la verità di Giulio Andreotti», «Global Mafia: the New World Order of Organized Crime», è nato in Italia, vive tra il Canada, gli Stati Uniti e l’Europa. È stato condirettore del Corriere Canadese e siede nel consiglio del Nathanson Centre di Toronto, dedito allo studio del crimine organizzato e della corruzione. Il coraggioso giornalista, che ha subìto innumerevoli intimidazioni e attentati alla propria vita, è nato in Italia ma attualmente vive tra Canada, Usa e Europa. È reperibile sul suo sito personale www.nicaso.com

 

Solo casi isolati nel Veronese Ma poche vittime denunciano

 

 

 

 

 


I casi di richieste di soldi nel Veronese a esercizi commerciali o alle industrie scoperti dalle forze dell’ordine sono pochi e isolati. E commessi soprattutto da soggetti non appartenenti a organizzazioni criminali. Negli ultimi due anni, le cronache riportano di un personaggio disperato che minacciò di avvelenare gli alimenti di una nota industria alimentare. Voleva cinque milioni di euro. La sua avventura finì in carcere. Nell’ottobre scorso, invece, un’operazione della guardia di finanza di Catania portò gli investigatori anche a Verona dove viveva uno degli indagati arrestati con diverse accuse, tra le quali l’estorsione. Secondo alcuni riscontri, nel mirino del gruppo sarebbero finiti anche negozi del Veronese. Inoltre, un imprenditore fu minacciato e la sua casa fu obiettivo di un attentato incendiario.
Questi ultimi sono stati più frequenti degli arresti, anche se molto limitati. Questo fa pensare a un fenomeno sommerso e, comunque, circoscritto. Spesso, le vittime preferiscono pagare e non denunciare poiché si sentono poco garantiti. Temono che gli autori possano tornare presto in libertà e vendicarsi contro chi li ha denunciati.

Gli inquirenti temono infiltrazioni

 

Il questore Merolla «I capitali illeciti rilevano aziende»

 

 

 

 

 


Le forze dell’ordine sorvegliano con attenzione l’eventuale emergere di fenomeni estorsivi di derivazione mafiosa. Ma appaiono preoccupati soprattutto dalle nuove forme di criminalità. Il Questore Luigi Merolla spiega: «Ho l’impressione che l’area nella quale è necessario mantenere alta la pressione sia quella del riciclaggio. Verona è un territorio con un grande dinamismo economico e quindi si presenta come un’area interessante per investire capitali di derivazione illecita».
Le modalità sono di vario tipo.
«Organizzazioni mafiose e camorristiche acquistano "pezzi" di imprenditoria locale, offrono capitali a imprese che ne hanno bisogno, riciclano denaro sporco in attività ad alto reddito».
Accanto a questo fenomeno, c’è quello citato dal procuratore Papalia nell’incontro alla Letteraria.
«Il tema
del sorgere nell’ambito degli immigrati di organizzazioni criminali dedite sia allo spaccio di droga che alla fornitura di manodopera clandestina, non può certo essere trascurato», prosegue Merolla.
In merito ai fenomeni estorsivi il questore spiega: «Io sono originario di
Napoli e vi posso assicurare che la situazione di Verona è nel complesso buona. Quando avvengono episodi di racket, le denunce giungono puntualmente. E la collaborazione con i cittadini è positiva. Credo che sia necessario sorvegliare soprattutto la mafia dei colletti bianchi, molto più pericolosa.» (f.pin.)