‘Ndrangheta,
una potenza mondiale

“In Europa ha il monopolio della cocaine e coltiva rapport anche con i terroristi”


Roma

La 'ndrangheta è il solo sodalizio criminale presente in tutto il mondo e, a differenza di mafia e camorra, è riuscita ad adattarsi ai processi di modernizzazione. È il giudizio di Antonio Nicaso, ritenuto uno dei massimi esperti del «fenomeno 'ndrangheta» e partner della Soave Strategy Group, società di consulenza nel settore della sicurezza, criminalità organizzata, narcotraffico e narcoterrorismo con sede a Toronto.

«La 'ndrangheta - dice Nicaso - è entrata ormai nei più importanti circuiti dell'economia illegale, rivelando una grande capacità di adattamento ai processi di modernizzazione. Secondo la Dia, le 'ndrine sono quelle che usano di più Internet per riciclare i proventi delle loro lucrose attività e la 'ndrangheta detiene il monopolio della cocaina in Europa, tratta direttamente con i narcotrafficanti colombiani, ha rapporti anche con organizzazioni terroristiche. In Italia è presente in tutte le regioni, con eccezione di Campania e Sicilia, dove però ha stretto forme di partenariato criminale. Nel mondo, la rete della 'ndrangheta è enorme. È una delle poche organizzazioni criminali presente dall'Europa alle Americhe, dall'Africa all'Asia, all'Oceania». Per spiegare la penetrazione della 'ndrangheta in Germania, così come altri Paesi dell'Europa centrale, Nicaso ricorda che «nel 1993, un clan della 'ndrangheta cercò di acquistare da un istituto di credito tedesco una somma di rubli per un valore di due miliardi di dollari, con cui avrebbe dovuto rilevare una banca a San Pietroburgo, un'acciaieria e una raffineria. Oltre ad acquistare azioni nella Borsa di Francoforte, la 'ndrangheta ha investito decine di milioni di euro in catene di alberghi e ristoranti e in case per vacanze sul Baltico».

La Germania, come la Francia e il Belgio - dice Nicaso - è un Paese nel quale la 'ndrangheta aveva finora investito i suoi proventi. In questi Paesi le organizzazioni criminali generalmente assumono profili bassi, si muovono sotto traccia. La decisione di trasformare un luogo tradizionalmente destinato agli investimenti in terreno di scontro potrebbe far saltare gli equilibri. Questa azione così eclatante potrebbe diventare un boomerang in quanto richiamerà ulteriormente l'attenzione degli investigatori sugli affari delle 'ndrine. La 'ndrangheta è «una delle poche organizzazioni criminali che all'estero non si snatura. Se Cosa Nostra si apre anche ai non siciliani, la 'ndrangheta rimane ancorata al vincolo di sangue. La forza della 'ndrangheta sta nella propria natura, nella impenetrabilità della propria struttura e nella risorsa dei legami primari. È sempre difficile fare i conti in tasca ai mafiosi. Possiamo comunque dire che la 'ndrangheta in Germania ha investito capitali enormi. L'allarme lo aveva lanciato nel 1993 l'allora direttore generale della sezione anticrimine della polizia federale, Wolker Gehm».

La 'ndrangheta - spiega l'analista - è presente in quasi tutti i Paesi europei, particolarmente in Francia, Germania, Belgio, Russia, Svizzera, Inghilterra, Olanda: «Bisognerà tenere d'occhio anche l'Austria, ma soprattutto la Spagna, dove è concentrato il maggior numero di banconote da 500 euro. L'euro, con i suoi tagli, ha ormai rimpiazzato il dollaro americano, come moneta-rifugio».

Sulla matrice della strage (faida familiare o regolamento di conti tra cosche), Nicaso tende a non mettere alla base solo il lancio di uova nel circolo Arci di San Luca, ricordando come già nel 1991 «tra i Nirta-Strangio e i Pelle-Vottari-Romeo c'erano già dissapori a causa degli enormi profitti generati dal traffico di droga».

«Come si puoi uscire da questa spirale di violenza? - si chiede Nicaso - Purtroppo in Italia manca la volontà politica di combattere le mafie. La legislazione antimafia è stata sempre connotata dall'emergenza. Le mafie esistono solo quando sparano e, negli ultimi tempi, la legislazione antimafia è stata continuamente picconata con iniziative come il patteggiamento allargato e il rito abbreviato. È stato messo in discussione anche il carcere duro che è stato purtroppo revocato anche a mafiosi condannati per strage. Ora si tornerà a parlare di 'ndrangheta, come era successo dopo l'omicidio Fortugno, ma l'attenzione dei media e della classe politica italiana durerà poco. La storia, purtroppo, si ripete».

Il Gazzettino – Aug. 17, 2007 - Fonte Ansa